The thrills

 

BIOGRAFIA:

Il nome nuovo del rock irlandese. 5 ragazzi cresciuti a Dublino, ma con in testa la California degli anni '60 in particolare.
I componenti

Conor Deasy: Voce
Daniel Ryan: Chitarra, basso, voce
Ben Carrigan: batteria
Kevin Horan: Tastiera
Padraic McMahon: Chitarra, basso, voce

hanno tutti un'età di poco superiore ai 20 anni, ma a dispetto della loro giovane età, hanno eroi musicali che risalgono a 10-15 anni prima che nascessero. Conor e Daniel crescono insieme, ed insieme cominciano a suonare la chitarra da quando hanno 9 anni, mentre gli altri li raggiungono quando hanno tra i 16 ed i 17 anni. Ma è Kevin che entrerà nel '99 a dare l'impronta allo stile dei The Thrills.
Beach Boys, Buffalo Springfield, Monkees, Carpenters e Burt Bacharach (che hanno anche visto in concerto nel corso del loro soggiorno americano) sono tra i più gettonati quando si deve parlare di influenze musicali, sebbene si dichiarino molto interessati alla musica prodotta oggi.
Lo show di debutto in terra britannica si è tenuto in un luogo come la "Royal Albert Hall" di Londra come spalla a Morrissey, ovvero una platea dai gusti "esigenti". Da qui la firma per la Virgin e di seguito 3 singoli, di cui quello del 2002 "Santa Cruz (You're not that far)" è stato votato come migliore canzone dell'anno da diversi giornali musicali inglesi. L'album che segue questo esordio folgorante è atteso da molti. Prodotto da Tony Hoffer (già con Beck, Air e Supergrass), viene registrato nella loro terra dei sogni, nella Los Angeles che è stata anche la città dei loro miti musicali e che a detta loro li ha anche ispirati molto soprattutto nelle parti "solari" che di certo non gli potevano suggerire l'Irlanda o l'Inghilterra e poi quel senso di stare sempre dentro un set cinematografico passeggiando lungo l'Hollywood Boulevard. L'album finalmente esce nel 2003 e si intitola "So much for the city" il cui titolo è un invito a fuggire dalle città senza una meta precisa.
Pensare che a tutto questo ci sono arrivati grazie a qualche bugia raccontata alle loro famiglie. In effetti avevano ottenuto un contratto con una etichetta indipendente ed erano molto fieri di questo e le loro famiglie grazie a questo erano disposte a sostenerli sia moralmente ma soprattutto accettando il fatto che non avevano un lavoro remunerato in modo "normale"; poco dopo, però, l'etichetta li scarica senza nemmeno avere la possibilità di pubblicare anche una sola canzone, a questo punto i ragazzi continuano per la loro strada continuando a fare prove su prove, concerti e attendendo il momento giusto per una etichetta più seria, ma di conseguenza senza dire nulla ai propri genitori altrimenti molto probabilmente sarebbero stati costretti a cercarsi un lavoro "serio". A volte servono anche le bugie, l'importante che vengano usate per giusti fini.


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